Sono alberi destinati a diventare, a maturità, alti (20-30 m) e con un notevole sviluppo della chioma, se lasciati crescere, come di norma avviene, a sviluppo libero. Infatti, questi alberi sono vocati al cosiddetto “alto fusto”: non vengono cioè di solito ceduati alla base, ma eventualmente solo potati (vedi sotto: “Manutenzioni”). Esempi di queste specie sono le querce, i frassini, il bagolaro, i tigli ecc. Il carpino bianco, che pure se lasciato a libero sviluppo può divenire, in tempi molto lunghi ed in condizioni ambientali idonee, un grande albero, è inserito nel secondo gruppo perché tali condizioni in gran parte dei casi non si verificano.
Sono alberi destinati a diventare, a maturità, alti fino a 15/20 m; lo sviluppo della chioma è più limitato del gruppo precedente. Alcuni si prestano ad essere ceduati o variamente potati per contenerne lo sviluppo (es. acero campestre, carpino bianco). Altri vanno convenientemente lasciati a sviluppo libero (es.sorbi, melo selvatico)
Diversamente dagli alberi che, se non ceduati (=tagliati alla base durante l’inverno) hanno un fusto unico fino ad una certa altezza, gli arbusti sono divisi in più fusti minori fin dalla base o poco più in su. Spesso hanno fiori vistosi e bacche, in certe specie (es. biancospino, prugnolo) i rami sono spinosi. Raggiungono dimensioni massime minori (6-7 m, più spesso meno) e possono essere variamente potati per contenerne lo sviluppo. In tal caso possono anche essere coltivati in fioriere, purché sufficientemente profonde (40 cm almeno, con dimensioni in proporzione). Esempi di arbusti sono il biancospino, la sanguinella, la lantana ecc
Nella scelta è importante considerare l’ingombro che avrà la chioma della pianta una volta sviluppata. Si piantano infatti alberi giovani, di 1 o 2 anni, ma bisogna già sapere che questi vanno tenuti alla giusta distanza tra loro, dai manufatti, dalle strade e dai confini di proprietà. Per quanto riguarda la distanza tra una pianta e l’altra, si consideri che tra due piante di alto fusto è bene interporre almeno - circa - una decina di metri. Mentre tra gli alberi di seconda e terza grandezza la distanza può essere dimezzata, e tra gli arbusti può bastare un paio di metri. Per le distanze di rispetto si veda il box qui sotto
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Quindi in pratica:
a) Misura o stima lo spazio disponibile, verificando le distanze dal confine
b) Se hai un campo, o un grande giardino, hai probabilmente spazio sufficiente per piante del gruppo 1 (e, a maggior ragione, degli altri due gruppi) c) Se hai un giardino, conviene limitarti ai gruppi 2 e 3 d) Se hai uno spazio ridotto, come ad esempio un piccolo giardino, un’aiuola o delle fioriere, richiedi piante del gruppo 3Come si presentano le piante alla consegna
Sono giovani alberi e arbusti di 1-2 anni di età, altezza grossomodo compresa tra 35 e 100 cm in dipendenza dell’età e della specie. Le piantine si presentano con “pane di terra”, cioè le radici sono avvolte nel terreno (torba) di coltura, con il quale formano un compatto prisma che mantiene la forma del contenitore nel quale la pianta è stata coltivata, in vivaio. Questo pane di terra non deve essere sciolto ne danneggiato: va piantato al suolo come tale
Quando piantarle
Nel giro di pochi giorni dalla consegna. Preferibilmente in autunno/inizio inverno (naturalmente non su terreno gelato). L’impianto primaverile è possibile, ma può richiedere maggiori cure, soprattutto in caso di clima siccitoso, poiché la pianta rimette le foglie e rientra in attività. Salvo eccezioni, si sconsiglia comunque l’impianto da maggio a settembre
Come piantarle
Si tratta di giovani piante forestali quindi non serve una buca vera e propria: immaginiamo invece di lavorare (vangare e zappare) un “cubo” di terreno delle dimensioni (circa) di 40x40x40 cm. Al centro di questo quadrato di terra smossa si infilerà il pane di terra (e quindi le radici) della piantina.
La piantina forestale va immersa nel terreno fino al colletto, ponendo attenzione a non sotterrarla troppo (il fusto deve rimanere tutto fuori terra) o troppo poco (l’intero apparato radicale deve essere immerso nel terreno). Basta che la superficie superiore del pane di terra si trovi a livello del terreno o un dito sotto.
La pacciamatura è un'operazione che si effettua ricoprendo il attorno alla pianta con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe, mantenere l'umidità nel suolo, proteggere il terreno dall'erosione, diminuire il compattamento, mantenere la struttura e mitigare la temperatura del suolo. Esistono in commercio diversi prodotti biodegradabili detti antiweed (biodischi, dischi o quadrati in cellulosa, sughero o fibra di cocco), la cui durata ed efficacia sono limitate nel tempo ad 1-2 anni circa. Questi vanno posti al colletto delle piantina come dei bavaglini e tenuti fermi con sassi (se disponibili). Se si piantano però uno o pochi alberi, non serve preoccuparsi della pacciamatura, è sufficiente prendersi cura della piante come di seguito descritto
La manutenzione
Non bisogna dimenticarsi degli alberi una volta piantati. La manutenzione è importante quanto l’impianto, e va praticata anche se è stata impiegata la pacciamatura (vedi punto precedente). Nei primi due anni:
- vanno eliminati a mano i rampicanti che crescono nel foro di impianto e si avvolgono a fusto e rami delle piantina - va contenuto lo sviluppo dell’erba attorno alle piante - se primavera ed estate fossero aride e poco piovose, le piante vanno irrigate più volte.Negli anni a venire, nel caso si necessiti di contenere lo sviluppo della pianta, si possono effettuare potature laterali e/o sommitali per conformarla e mantenerla alle dimensioni desiderate; oppure provvedere ad eliminare i rami più bassi per esaltare un aspetto “ad alberello”, in tal caso avendo l’accortezza di tagliarli prima che diventino troppo grossi (entro i 5-7 cm di diametro) in modo da permettere alla pianta una rapida cicatrizzazione della ferita e rispettando il colletto del ramo. In generale, è infatti bene effettuare la potatura su rami sottili. Le potature vanno effettuate durante il riposo vegetativo delle piante, preferibilmente alla fine dell’inverno. Le querce, come la farnia, possono essere potate anche tra la fine di luglio e la metà di agosto. Gli strumenti da utilizzare (come cesoie, forbici da potatura e seghetti) devono essere puliti e ben affilati
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